Confimi Edilizia sui bonus di settore: "energetico e sismico, gli immobili da riqualificare sono quasi 10 milioni"

Gli edili:"Si introducano regole vantaggiose per tutto il mercato, imprese e committenti" 
 
In Italia più di un edificio su due è in classe G, avrebbe quindi bisogno di una riqualificazione edilizia sia sul piano energetico che su quello sismico. Ma c’è di più, secondo i dati ENEA sarebbero circa 9.700.000 gli edifici che, precedentemente al superbonus, avrebbero avuto diritto ai 150.000€ di massimale da portare in detrazione in dieci anni. A spanne, parliamo di circa 1455 miliardi di euro di detrazioni fiscali con le classiche misure.

Una stima a ribasso, che non tiene conto degli immobili in classe B, C, D, E ed F, che hanno ugualmente diritto alla riqualificazione.

“Senza considerare il 2020, anno di studio e di definizione del superbonus, nel triennio 2021/2023 – fa presente Confimi Edilizia sulla base dei dati acquisiti dal Mef - si ipotizza di raggiungere 100 miliardi di euro di somme ammesse a detrazione da cui si dovrebbe detrarre l’extra 10% concesso dallo Stato in via provvisoria. Le cifre lascerebbero quindi immaginare decine di anni di cantieri operanti nella riqualificazione immobiliare”.

Una ipotesi appunto perché lo strumento è ormai stato demonizzato e cancellato dalla programmazione finanziaria, ma secondo Confimi Edilizia prima di intraprendere nuove vie è importante fare una puntuale analisi.

“Non c’è dubbio, l’aliquota del 110% ha deresponsabilizzato committenti, professionisti e imprese, ma anche produttori e commercianti di materie prime e semilavorati, vanificando gli sforzi pubblici” sottolinea l’associazione delle imprese edili facente capo a Confimi.

“Altro nodo quello legato alle tempistiche. Tempi di fatto troppo ridotti rispetto ai canoni edilizi, alle proroghe trimestrali, al blocco delle cessioni che hanno portato al default degli uffici tecnici, delle Soprintendenze provinciali, provocando, a catena, un rallentamento nelle gestioni pubbliche e nel rilascio di autorizzazioni anche di opere non soggette a detrazione, come Confimi Edilizia ha già avuto modo di denunciare al Ministro della PA Zangrillo”.

Denuncia sì ma Confimi Edilizia presenta anche una serie di indicazioni utili a supportare un comparto che rischia di tornare in una profonda crisi, anche superiore a quella del 2010.

“Si lasci la possibilità di cedere i crediti mantenendo le detrazioni pre-110 e già in essere da decenni (50%, 65%, 70%, 80%); vengano privilegiate quelle imprese attive sul mercato da almeno 5 anni, si industrializzi un settore caratterizzato da imprese micro e parcellizzate, sia l’edilizia – con la sua alta percentuale di manodopera – alla base della crescita del sistema Italia”.

Non tutti i bonus sono uguali, torna a sottolineare Confimi Edilizia, ci ne sono alcuni sistemici, programmatici e che vanno nella direzione di rigenerazione urbana indicata dall’Ue. Si fa riferimento nello specifico al cosiddetto bonus per l’acquisto di case antisismiche.

“Il poter invocare questa agevolazione deriva da una progettualità risalente nel tempo, l'investitore deve aver acquistato l'immobile, progettato la realizzazione, eseguito l'intervento” spiegano dalla categoria di Confimi. “Questo, genera un virtuoso circolo nell'economia legata all'edilizia e non da ultimo - fa presente l’associazione di imprenditori edili - compensa gli aumenti del costo del mutuo, agevolando l'acquisto dell'abitazione e sostenendo il ciclo produttivo”.
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